Luci ed ombre di un bellissimo mestiere
Fare il fotografo è un mestiere difficile. Perchè? Quali sono le difficoltà? In cosa ci si scontra quotidianamente e cosa bisogna conoscere oltre alla tecnica?
Negli articoli precedenti ho sempre parlato positivamente di questa professione e non smetterò di farlo. Sicuramente molti di voi quando hanno letto il titolo hanno pensato che sarebbero andati a leggere un articolo di considerazioni negative, motivazioni per cui è meglio rinunciare a fare il fotografo come professione ma tenerlo come hobby.
Non è così, chi ha detto che le difficoltà siano negative?Il 99,9% delle persone sono abituati all’equazione difficoltà=negativo.
Un alpinista che arriva in vetta di difficoltà ne incontra moltissime, un tennista che vince una finale di Wimbledon in un’unica partita si trova numerosissime volte in difficoltà ma non per questo rinuncia a giocarla, anzi più difficoltà incontra e più sarà appagante e gratificante la vittoria finale.
Ok è chiaro ma andiamo al sodo, quali sono queste difficoltà nel fare il fotografo?
Forse molti di voi possono immaginarlo ma trovarsi a fare il fotografo professionista significa inserire all’interno di questa professione tantissime altre attitudini che possiamo avere naturalmente o che siamo costretti ad imparare. Dobbiamo saperci relazionare con le persone ad esempio, relazionarci con i clienti e saper gestire le richieste, essere in grado di dire no! E già qui so di aver decimato molte persone, tu sai dire di no? Quando ad esempio ti viene fatta una richiesta che non condividi, quando ti viene chiesto di consegnare qualche foto in più, perchè devi sapere che se in un servizio fotografico scatterai 200 foto e ne consegnerai 10 perchè quelle 10 sono quelle che hai scelto e post prodotto, te ne verranno chieste altre e qui vorrei aprire una lunga parentesi sull’importanza di questo atto: molte persone pensano che il ruolo del fotografo sia solo quello di scattare, di premere un pulsante della macchina fotografica ma se ti soffermi un attimo capirai bene che per fare questo non servirebbe pagare qualcuno dato che oggi qualsiasi macchina fotografica digitale è in grado di fare delle foto molto belle, il ruolo del professionista è anche sapersi prendere la responsabilità delle proprie scelte, il coraggio di dire: queste sono le mie scelte frutto del mio gusto, della mia esperienza e del mio mestiere, oltre alle ore passate sopra in post produzione per trasformare un semplice scatto in un’immagine definitiva.
Ma non finisce qui, saprai dire di no quando se chiedi una certa cifra per un lavoro ti viene rilanciato un prezzo al ribasso? Saprai dire di no quando vorranno pagarti a 2/3 mesi di distanza? Saprai dire di no anche se tutte queste richieste arriveranno da chi può decidere se affidarti o meno un lavoro?
Vi posso garantire che saper o imparare a dire tutti questi no è molto difficile, quando ci si trova in quel momento di bivio la tua parte gentile e pigra ti spinge a dire di si con un sotto testo che attraversa la tua mente in mezzo secondo: in fin dei conti non mi costa niente, meglio assecondare che impuntarsi. In quel momento la ragione, la grinta e gli attributi devono avere la meglio e come un’onda contraria alla precedente devono farti dire: io sono le mie scelte, sono l’immagine che gli altri hanno di me e ricevono, io sono tutti i sacrifici che mi hanno fatto arrivare a guadagnarmi la possibilità di guadagnare con la fotografia, io sono il coraggio che mi fa dire di no a qualcosa che non mi rappresenta, a qualcosa che non condivido e non riflette il mio pensiero, io sono le mie idee che non ho paura di esporre, portare avanti e difendere anche a costo di perdere un incarico. Se ho scelto di fare il fotografo non è per premere un pulsante al posto di un altro, è per portare la mia visione differente. Qualcuno lo apprezzerà e vi posso garantire che accadrà molto spesso anche quando inizialmente sembrava il contrario, altri invece no ma a quel punto sarà solo un problema loro, avranno perso l’opportunità di avere un lavoro svolto da un professionista dall’inizio alla fine. Questo determinerà anche il vostro livello, pensateci un attimo: nessuno si permetterebbe di andare in un ristorante stellato e chiedere delle variazioni su un piatto ma quasi tutti lo facciamo in pizzeria ordinando una tirolese senza funghi o una bufalina con le acciughe.
Conclusioni
Fare il fotografo è un mestiere difficile, bisogna imparare a fare tantissimi altri mestieri in parallelo, bisogna rischiare continuamente, bisogna avere il coraggio di imporre le proprie scelte e qui ne faccio anche una questione di onestà: chi vi retribuisce deve sentirsi sicuro di affidare un incarico a chi corre il rischio di scontentare qualcuno per garantire il risultato migliore possibile e non c’è risultato migliore di ciò che maggiormente ti rappresenta.
Fare il fotografo professionista e farlo amatorialmente è come guidare una barca in un fiume o in un oceano, farlo in un fiume è molto più facile, è molto meno rischioso, non puoi nemmeno sbagliare direzione perchè è inevitabilmente una. In mezzo all’oceano la direzione la devi scegliere tu e per avere la sicurezza che sia quella giusta devi correre il rischio che possa anche essere sbagliata.
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