Il dietro le quinte della Mostra del Cinema di Venezia
La Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia è uno degli eventi più attesi dell’anno, per un veneziano come me comunemente viene chiamata “La Mostra del Cinema”, sin da piccolo ho vissuto questa manifestazione come qualcosa di atteso, già a metà luglio al Lido di Venezia davanti al Palazzo del Cinema si cominciano a vedere i primi movimenti, gli operai iniziano a lavorare all’allestimento che ogni anno si arricchisce di novità e spazi da trasformare.
Il Lido di Venezia per 265 giorni l’anno è un’isola tranquilla (fin troppo) chi ci abita può godere di ritmi lenti, silenzio e scenari naturalistici unici ma per 10 giorni diventa il centro del mondo. Dicevo che fin da piccolo vivevo questo evento con entusiasmo, le attese per vedere dei personaggi popolari erano lunghe e la soddisfazione che ricevevo nel portare a casa un autografo era enorme, mi dava un senso di conquista, certo non avrei mai immaginato che un giorno sarei arrivato addirittura dentro al famoso tappeto rosso in veste di fotografo.
Quando ricevetti la proposta di fotografare il Red Carpet per Rolling Stone Italia ho provato un senso di gioia, incredulità e ansia, mi domandavo se sarei stato all’altezza, cosa avrei dovuto fare, era un’esperienza nuova ma ero così felice che quasi non mi sembrava vero stesse accadendo a me.
Ma arriviamo al giorno X, il giorno in cui quest’avventura sta per cominciare, l’attesa è finita e i riflettori del mondo si accendono sulla Mostra del Cinema di Venezia.
Noi fotografi abbiamo un pass che ci consente di andare quasi ovunque, possiamo entrare all’hotel Excellsior, al palazzo del Casinò dove abbiamo delle aree dedicate a dei servizi per noi, alla sala stampa a alle aree del Photocall ma non possiamo accedere alle sale dove vengono proiettati i film. Per il Red Carpet invece ogni giorno va fatta richiesta di un pass per il giorno successivo. Mediamente ci sono 3 Red Carpet al giorno e quello di punta molto spesso è quello delle ore 19.
Salire sul Red Carpet e posizionarsi nelle nostre postazioni (rigorosamente vestiti di nero perchè essendo posizionati da entrambi i lati del tappeto rosso, le foto verrebbero malissimo se componessimo una tavolozza multicolore) dà un’emozione particolare, fuori c’è una folla che attende di vedere i loro attori preferiti e noi abbiamo l’assoluto privilegio di poterli davvero vedere da vicino, fotografare e chi riesce ad urlare, anche a parlarci.
Durante la passerella l’imbarazzo e il timore iniziali spariscono subito, ci si sente immediatamente parte di qualcosa di grande e tutti con un obiettivo comune, noi fotografi siamo tanti (circa 300) questo numero scende a seconda degli anni e dei giorni ma è davvero bello poter conoscere dei colleghi, confrontarsi, divertirsi e condividere queste bellissime emozioni. Quando inizia sembra che durerà tantissimo visti i ritmi da sostenere, poi al decimo giorno quando arriva il momento dei saluti sembra appena iniziato e si comincia subito a pensare ai prossimi eventi, anche perchè quando si accendono le luci è difficile spegnerle.
In questi anni ho avuto la fortuna e il privilegio di fotografare e vedere da vicino star come Brad Pitt, Penelope Cruz, Woody Allen, Cate Blanchett, Patrick Dempsey, Colin Farrell, Harry Style, Timothée Chalamet, Tilda Swinton, Adam Driver, Julianne Moore, Jessica Castain e davvero moltissimi altri, l’elenco è davvero lungo. Ho citato solo le star internazionali a cui ho fatto le foto più significative per me. L’emozione più grande credo di averla provata quando riuscii ad entrare al Photocall con Penelope Cruz, saremmo stati una ventina di fotografi, che hanno avuto il privilegio di fotografarla da vicino e lei era li per noi, in una stanza allestita appositamente per questa funzione. Dentro di me non avevo parole ma solo una gioia immensa nel fare un lavoro che in tantissimi momenti e in quello particolarmente, è davvero il lavoro più bello del mondo. Per me la fotografia è una chiave in grado di aprire tantissime porte, dietro ad ogni porta ci sono esperienze, incontri, insegnamenti, opportunità, gioie ma anche delusioni o aspettative mancate. In quel momento la fotografia ha aperto una porta dove dietro c’era un mondo incantato.
Comments