top of page

LA POST PRODUZIONE

Quanto conta la post produzione in fotografia?

Siamo arrivati all’articolo spinoso, controverso, tecnico ma allo stesso tempo ideologico, insomma uno dei temi più difficili da affrontare: la post produzione.

Se ne sentono di tutti i colori, viviamo nell’epoca dove la tecnologia sta superando in curva l’essere umano e sembra proprio che tra pochissimo non ci sarà più bisogno della maggior parte di noi per fare cose dove fino a ieri eravamo strettamente necessari. C’è chi ne parla malissimo e vede un futuro arido, privo di sentimenti e sentimentalismi, chi invece trova inarrestabile questo processo di cambiamento e ogni giorno sfrutta le costanti novità che la tecnologia ci regala. Ma in fotografia quanto conta la post produzione? E come andrebbe usata nel modo corretto?

Chiaramente quello che ti voglio raccontare è il mio modo di vedere le cose, da professionista che nel corso di 10 anni ha visto dei cambiamenti enormi nel lavoro quotidiano.


Model Michelle - Ph Gianluca Minchillo - Mua Ilaria Arcaroli
Model Michelle Zanatta - Ph Gianluca Minchillo - Mua Ilaria Arcaroli

Già il digitale fu una rivoluzione fotografica, tanti ancora oggi sostengono che la vera fotografia si faccia solo ed esclusivamente a pellicola, c’è chi invece ha trovato il suo stile grazie al digitale, liberando delle risorse creative pressoché infinite. Molti sostengono che la fotografia abbia diritto di chiamarsi così soltanto quando la tecnica viene rispettata e quindi esposizione, inquadratura, messa a fuoco, scelta della focale, ecc, altri invece pensano che quella sia solo la base di partenza dell’immagine che poi deve necessariamente essere elaborata. Vorrei stimolarti ora ad avere un tuo pensiero prima di svelarti il mio, prima però per dovere di cronaca ti devo informare che anche a pellicola esisteva la post produzione. Sconvolgente vero? Eppure è così, quando i provini venivano esaminati si potevano correggere delle cose, aggiustare l’esposizione e perfino i colori, naturalmente con dei procedimenti meccanici e non digitali ma si faceva abitualmente nella fotografia professionale. Quindi in un certo senso la post produzione esiste da sempre.

Ora le cose sono cambiate e tutto è diventato più facile e accessibile, oggi è possibile fare cose con pochi click che solo qualche anno fa impegnava ore se non giornate intere e a mio modo di vedere è una grandissima comodità, che si traduce nel perdere molto meno tempo, poter offrire prezzi ai clienti più bassi e poter acquisire più lavori. Si perchè ragionando da professionista bisogna fare sempre un’equazione: tempo = danaro.

Ci sono moltissimi fotografi che hanno fatto della post produzione un elemento distintivo, penso ad Annie Leibovitz che ha evoluto la sua fotografia grazie alla post produzione, facendo diventare i suoi ritratti delle opere d’arte dal sapore pittorico e cinematografico.

Credo che la post produzione sia un elemento fondamentale del processo fotografico e che una fotografia non si possa ritenere finita quando si preme il tasto di scatto, è un po’ come a pellicola, l’immagine era finita una volta stampata. Ora col digitale abbiamo la possibilità di poter fare molti più scatti ma questo non significa fare molte più fotografie, significa soltanto avere più possibilità creative e maggior margine d’errore ma la fotografia diventa tale una volta selezionata e post prodotta, non pretendo il passaggio finale della stampa perchè per molti utilizzi oggi è destinata alla fruizione digitale.

La post produzione credo sia come un make up o un vestito in una persona. Farò l’esempio al femminile: una donna può essere bellissima ma con un trucco giusto per lei, un’acconciatura dei capelli impeccabile e un vestito che esalta la sua femminilità lascerà davvero senza parole, se dovesse essere invece vestita male, per niente truccata e spettinata noi tutti penseremmo che è un vero peccato, che quella donna è bellissima ma non viene valorizzata.

La post produzione è esattamente questo: è vestire una fotografia, truccarla per esaltarne la sua bellezza.

Avrai capito che tutto questo non ha nulla a che vedere con l’a.i. che crea immagini che non esistono, quella non è fotografia, è creare immagini in modo artificiale e probabilmente sarà il futuro per molte cose commerciali ma è un’altra cosa.


Conclusioni

Nella storia dell’arte si è sempre utilizzata la miglior tecnologia del momento e per come la vedo io quello che conta è il risultato. Il problema di questa ondata tecnologica che sta travolgendo le nostre vite è che la facilità di utilizzo ha sostituito la sapienza, pertanto pensiamo sia tutto negativo ma la realtà è che non ci si può improvvisare a fare qualcosa solo perchè un computer o un’app la fa al posto nostro. La bellezza non si trova e non si crea a caso, è un processo lungo di studio, prove e conoscenza. Qualsiasi grande musicista della storia oggi avrebbe composto la sua musica ugualmente, magari con tecnologie diverse ma chi oggi pensa di saperlo fare con delle scorciatoie 100 anni fa non avrebbe fatto lo stesso mestiere.


Post recenti

Mostra tutti

Comments


Commenting has been turned off.
bottom of page